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Universiadi Napoli e il mito negato di Ermagora

Ermagora palaistès-in greco atleta lottatore-vissuto nella metà del II sec. d.C.

In occasione dell’edizione dell’Universiade 2019 gli alunni dell’Istituto Comprensivo Statale “Campo del Moricino” hanno elaborato un percorso per l’ideazione della mascotte (non scelta) dell’evento sportivo, partendo dal contesto culturale da cui gli allievi provengono: la piazza del mercato medievale era anticamente la sede degli spazi sportivi per l’articolazione dei giochi Isolimpici. Prendendo spunto dai protagonisti che hanno preso parte ai Sebastà, le gare alla maniera greca istituite a Napoli dall’imperatore Augusto, gli allievi hanno sviluppato, attraverso il cooperative learning, l’immagine di Marco Aurelio Ermagora, un palaistès – in greco un atleta lottatore – vissuto verso la metà del II secolo d. C.

Di lui conosciamo il monumento funerario: la stele fu rinvenuta a Napoli in via Sant’Anna alle paludi, una zona della città dove sono state ritrovate altre testimonianze relative ai nomi dei vincitori di gare sportive. La lapide, conservata al Museo archeologico di Napoli, celebra le vittorie del pugile, di origine asiatica, che vinse molti premi nella sua disciplina: fu vincitore di 29 agoni sacri e 127 con premi in denaro. Le sue vittorie sono rappresentate attraverso cinque corone a rilievo, seguita da altre dodici disposte in tre file di quattro. Ermagora riportò ben due vittorie ai giochi internazionali di Pozzuoli, gli Eusebia, nel 138 d. C.. e ne conseguì altri in Italia, Grecia e altri paesi dell’Asia Minore noti in antico per le competizioni sportive.

La logica e l’intento comunicativo della mascotte gravita intorno a cinque principi:

I. in primis, la partecipazione di Ermagora a quasi tutti i concorsi sportivi dell’antichità. Ciò ne costituisce un esempio e un vanto ancora oggi. Ermagora è un personaggio da emulare per le generazioni moderne, incatenate esclusivamente ad una disciplina sportiva come il calcio, l’unica con cui si ritiene possibile assicurare fama, prestigio e ricchezza. Ha partecipato ai Sebastà napoletani – agoni con cadenza quadriennale o quinquennale – come l’Universiade. Questi giochi comprendevano gare di lotta, pugilato, ginnastica, corse di carri e cavalli, nonché competizioni poetiche e musicali, cui potevano concorrere atleti ed artisti anche stranieri, talvolta alla presenza dello stesso imperatore; il premio consisteva, solitamente, in una corona di spighe o in una ricompensa in denaro.

II. La dialettica del personaggio ne fa in senso astratto l’emblema di colui che trionfa grazie alla sua caparbietà nella ‘lotta’, con grande senso sportivo. La sua disciplina può essere assimilata in modo realistico all’impegno che ciascun individuo deve mettere per raggiungere un traguardo nella vita. Ermagora è riuscito in ciò che voleva, lottando con una sana competizione, partecipando a tutte le gare sportive e ai concorsi all’epoca banditi; ciò può essere sintetizzato con l’invito dell’atleta ai giovani d’oggi a non aver paura di costruire un futuro nel mondo, lottando come in una competizione sportiva: ‘Be stubborn, wherever you go: you will succeed’ (siate caparbi, dovunque andrete: riuscirete).

III. Una considerazione significativa è la provenienza del personaggio, originario di Magnesia al Sipylum, attualmente Manisi situata nell’Anatolia occidentale. Magnesia sorgeva nell’antica Lidia, regione dell’Asia Minore occidentale, sulla costa dell’Egeo. La Lidia ha avuto grande rilevanza nella storia dei rapporti tra l’Oriente e l’Occidente perché la sua posizione l’ha resa un territorio di passaggio obbligato fra l’interno dell’Asia Minore e il mondo greco, quindi con l’Europa. Lo storico Tito Livio (XXXVII, 38-44) ricorda che qui ci fu una grande battaglia tra i Romani e l’esercito Seleucide. L’area corrisponde al limite tra il territorio turco e quello siriano, quest’ultimo teatro di recenti guerre, talvolta disumane, che hanno costretto molti abitanti alla fuga.

IV. Il centro di Napoli è stato un punto di incontro di popoli di diverse culture dal mondo antico. La caratteristica, che contraddistingue nel tempo il centro napoletano, è la disponibilità ad accogliere, a favorire l’afflusso di popolazioni da altre regioni del mondo. Ermagora può essere un modello a favore dell’inclusione e dell’integrazione verso chi fugge da territori, teatri di guerre: diviene testimone della cooperazione internazionale.

V. La sede della Scuola Secondaria di I grado “Corradino di Svevia” è ubicata proprio sulla struttura dell’ippodromo, secondo la Tavola storica di Napoli greco-romana di Bartolomeo Capasso del 1904.

La mascotte rappresenta non solo l’identità partenopea: i tratti distintivi ne fanno un protagonista dello scenario dell’intero pianeta: colui che trae riconoscimenti con gli sforzi e che può regalare un sorriso autentico e una speranza a chi ne ha bisogno.

I lavori per la realizzazione della mascotte sono stati coordinati per la parte artistica dalla prof.ssa Carmen Iorio e per la parte storico-archeologica dalla prof.ssa Angela Palmentieri.

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