foto del mese: giugno 2017
“Anche oggi che ho molto visto e viaggiato non saprei immaginare niente di più bello”. Così ricorda la terrazza di Palazzo Reale nei suoi souvenirs Luisa Rasponi, figlia di Gioacchino.
Era notte fonda quando Murat giunse nelle sale del Palazzo che per i successivi sette anni avrebbe abitato come nuovo re di Napoli. Era il 6 settembre 1808. La città era in festa e tutta illuminata. L’indomani, dalla terrazza dei suoi appartamenti, avrebbe contemplato per la prima volta lo spettacolo di quel golfo di cui egli, figlio di un semplice locandiere francese, era divenuto sovrano.
La splendida accoglienza preparata per il suo ingresso dovette certo fare grande effetto sull’animo del maresciallo dell’Impero, ma fu forse proprio sulla terrazza di Palazzo Reale che cominciò a prender forma quel sentimento di profondo attaccamento alla città e al regno che avrebbe accompagnato Gioacchino fino alla tragica morte di Pizzo.
Il dipinto “Palais de Naples, Cote de l’arsenal” di Josef Rebell, pittore tedesco / austriaco, allievo di Michael Wutky all’Accademia di Vienna, è stato realizzato nel periodo (1811 -1815) in cui l’artista è stato alla Corte di Murat a Napoli.
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IL GIARDINO DEL BELVEDERE
Il Giardino pensile che si sviluppa sul lato mare a livello del piano nobile, con affaccio verso il Molosiglio, si può considerare parte del parco della reggia. Molti progetti si conservano negli archivi storici, ma quello realizzato è di Pietro Persico, successivamente modificato per quanto riguarda la pavimentazione e la forma delle aiuole. Il giardino è di forma rettangolare allungata e si compone di singole aiuole rettangolari poste su due file separate da un passaggio largo circa m. 1,5 coperto da un pergolato metallico. L’architetto Genovese, subentrato al genio di Antonio Niccolini, il ricostruttore del Real Teatro di San Carlo, qui intervenne facendo erigere una lunga facciata che guarda verso il mare e poggiata sopra un alto basamento bugnato a guisa di baluardo. Alla sommità sistemò il giardino, la cui funzione fu quella di collegare dall’esterno gli appartamenti reali con il nuovo appartamento delle feste. La disposizione delle aiuole segue il disegno razionale del giardino all’italiana ed è costituito da dodici riquadri erbosi con un lungo pergolato che ricopre il passaggio centrale. La simmetria della suddivisione del giardino, oltre a ripetersi nella forma delle aiuole è rispettata nella originalità della distribuzione delle piante.
Ultimamente il giardino pensile è stato oggetto di una ristrutturazione a cominciare dai marmi posti in opera intorno alla fontana centrale, tagliati uno ad uno, rispettando il disegno ad aquilone che crea un effetto geometrico che evidenzia la centralità della fontana.
Il «nuovo vecchio» ponte di Palazzo Reale è stato perfettamente ricostruito sotto la direzione dell’architetto Enrico Guglielmo, ex soprintendente al Beni architettonici e paesaggistici, il quale ha seguito il disegno originale elaborato dall’ingegnere Gaetano Genovese. Collega il giardino pensile con l’appartamento reale e restituisce allo scenario del Palazzo reale l’antico splendore distrutto dai bombardamenti del 1943.
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La ristrutturazione ha interessato anche il pergolato in molti punti sorretto dalle piante stesse. Si è proceduto all’eliminazione dei rampicanti ed alla loro completa sostituzione per due ordini di motivi: la poca coerenza sia storica che estetica dell’uso di diverse specie, dall’altro la scarsa affinità di portamento.
La presenza contemporanea di edera e buganvillea, l’immisione di sporadici gelsomini gialli creano un aspetto decisamente disordinato; probabilmente la bougavillea è di recente introduzione. Si è, pertanto, ristrutturato completamente il pergolato metallico, ripristinandolo nella sua forma e funzione di sostegno dell’impianto a verde con diverse specie di gelsomini quali: Jasminus azoricum, j. Polyanthum, officinale, J. primulinum. ecc. Le aiuole del lato verso il mare sono state allestite con specie arbustive con caratteristiche di buona resistenza ai venti marini.