Cominciamo dall’etimologia: Halloween sta per All Hallows Eve, versione inglese arcaica di All Saints, cioè Ognissanti. In seguito “All Hallows Even”, che nel XVIII secolo si contrae in “Halloween”.
Alcuni storici fanno risalire le origini alla festa celtica di Samhain che indicava la fine dell’estate. La ricorrenza pagana è stata assorbita dalle religioni cattolica e protestante che a metà dell’800, quando gli emigrati scozzesi e irlandesi la esportano in America, vive una seconda giovinezza. Proprio questo periodo storico stiamo studiando quest’anno, per cui ci sembrava interessante approfondire l’argomento.
Anche nell’antica Roma si celebrava una sorta di festa di Halloween. Si chiamava Mundus Patet (uno dei tre giorni dell’anno, 24 agosto, 5 ottobre e 8 novembre) in cui ”l’area” che metteva in comunicazione il mondo dei morti e quello dei vivi veniva aperta. Sappiamo dalle fonti che questi erano giorni pericolosi in quanto il mundus poteva sottrarre le anime dei vivi. Era proibito combattere, sposarsi, o aprire le porte dei templi che restavano appositamente chiuse. Non è un caso che riti del genere siano confluiti nelle nostre tradizioni religiose, malgrado qualcuno provi ancora a rifiutarlo!
Dolcetto o scherzetto? La notte di Halloween si avvicina: qualcuno oltre La Manica ha già intagliato e illuminato la sua zucca, e preparato scherzetti o dolcetti golosi per i bambini che verranno a bussare alla porta. Durante la festività di Halloween è molto radicata nei paesi di lingua inglese la tradizione di indossare abiti, che in Italia potrebbero dirsi ‘di carnevale’, ma che da essi si distinguono per una spiccata propensione al macabro e al grottesco. Da noi? Purtroppo qualcuno ne approfitta per lanciare uova o pietre contro la gente o gli autobus! Che ben venga una nuova festa, fatta con civiltà e allegria, ma noi restiamo ancorati alle nostre tradizioni: al nostro Natale e alla Tombola che facciamo ogni anno a scuola prima delle vacanze e con i nostri parenti durante le festività!
Alunni della III E
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