Il campo del Moricino va in visita alla Real Casa dell’Annunziata


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Oggi, gli allievi della scuola media (classi prime e seconde D e E) hanno visitato  il complesso monumentale della Real Casa dell’Annunziata di Napoli. La Casa dell’Annunziata è situata nel quartiere di Forcella,  nel centro storico di Napoli. Fu costruita nel 1304 per volere di  due napoletani, Nicolò e Jacopo Scondito, che dedicarono il loro intervento all’Annunciazione della Vergine. La regina Sancia di Majorca, moglie di Roberto d’Angiò, ampliò la costruzione con l’annessione della chiesa e dell’ospedale. L’intera struttura è  stata più volte ristrutturata tra il Cinquecento, il Settecento e da ultimo in età borbonica.

La sovrana angioina fece costruire, in una parete esterna dell’ospedale, una ruota in legno girevole, conosciuta come “rota dei gittatelli”, che serviva per accogliere i neonati che erano abbandonati di notte dalle madri. Questi bambini diventavano  “esposti”, da qui i cognomi Esposito, Sposito e degli Esposti, molto diffusi a Napoli. Le storie dei ‘figli della Madonna’, molto commoventi, sono conservate negli archivi della Casa. Oltre ai documenti che descrivono le fattezze del volto dei bambini e i loro segni particolari, si conservano  medagliette e altri oggetti personali che servivano al riconoscimento della paternità in caso di ricongiungimento. Tra questi trovatelli c’era anche il pittore Gemito (da Genito) affidato ad una famiglia di pittori.IMG_20170113_104434

Alla devozione delle fanciulle dell’Annunziata è legata la Madonna delle scarpette. Una leggenda popolare racconta che la Madonna Annunziata ha le scarpe consumate perché cammina di notte sfamando i poveri e gli orfanelli.I nostri ragazzi sono rimasti stupefatti alla vista della statua, con un manto tessuto dalle giovani della Casa. Anche i capelli, rossi e lunghi, sono un dono delle fanciulle che ancora oggi vanno a visitare la loro santa protettrice. La sua festa  viene celebrata il 25 Marzo con l’esposizione della scultura in ginocchio.

Meno nota è la storia di un’epigrafe in greco e latino del 81 d. C., oggi murata sulla facciata del campanile della chiesa, che nel 1538 era utilizzata nei pressi della vasca nella via Egiziaca a Forcella. L’epigrafe ricorda un restauro del ginnasio napoletano fatto dall’imperatore romano Tito in seguito ai cataclismi vesuviani.

Scriveva Parrino nel 1700: ”Raggirando la Casa Santa dell’Annunziata verso Porta Nolana, dirimpetto la porta del monistero di Santa Maria Eggizziaca v’è un perenne fonte, detto il Bollo dell’Annunziata, bastante a raggirar più molini della casa, e detto la Scapigliata; si vede in un angolo delle case un marmo greco e latino della ristorazione degli Studii fatta da Tito: [Imp(erator) Titus Caesar divi Vespasia]ni f(ilius) Vespasianus Aug(ustus) [pont(ifex) max(imus), trib(unicia) pot(estate) X, imp(erator) XII,] co(n)s(ul) V̅I̅I̅I̅, censor, p(ater) p(atriae),[— terrae mo]tibus conlapsa restituitDicono a caso qui posto, non essendovi memoria che in questo luogo, ma altrove, fusse l’antico ginnasio e Studii; l’interpretazione del marmo è variamente fatta, onde può vedersi il Capaccio ed il Lasena, ed altri eruditi; si scorge in esso esser stata Napoli republica, benché havesse l’onore di colonia romana, non havendo fatto pregiudizio alla sua libertà”.

Gli allievi oltre ad approfondire gli aspetti sulla storia e l’arte napoletana, tra cui il succorpo vanvitelliano accompagnati dalle guide Rosaria Rapidà e Francesco Longobardi, sono stati protagonisti del laboratorio didattico ‘Agata Smeralda’. Il soggetto, testimonial del nuovo libro di Letizia Galli, curatrice della Mostra Storie di Bambini, traccia tra le righe il funzionamento dell’Istituto degli Innocenti all’epoca della sua fondazione e della prima bambina, Agata, lasciata nel 1444.

I nostri allievi si sono cimentati nella riproduzione pitIMG_20170113_135016torica della loro Agata con varie sfaccettature.

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