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Percorso Formativo Rubeolo

Il percorso formativo Rubeolo ricorda l’antico fiume i Napoli.

Il fiume di Napoli

In genere il Sebeto veniva  identificato nel corso di acqua che scorre sotto il Ponte della Maddalena per la semplice ragione che dal 500 in poi costituiva l‘unico corso naturale  di acqua esistente  nelle immediate vicinanze  di Napoli: infatti in epoca aragonese, nella seconda meta del 400, anche  l’altro canalone che discendeva per la Sanità e i Vergini  era stato deviato dal suo corso per il Lavinaio ed era stato fatto confluire in esso: l’altro  fiume più vicino a Napoli era il Sarno (pure citato da Virgilio insieme al Sebeto ) che però  sbocca a oltre 40 chilometri di distanza sull’altro versante del Vesuvio  e quindi non può essere certo identificato con il Sebeto

Il Canalone che sfocia alla Maddalena e veniva denominato Rubeolo più che un nome proprio probabilmente  era un termine generico che significava “piccolo rivo “

Dalla ricognizione topografica è stato ipotizzato che si trattava solo di un corso torrentizio di scolo di acque piovane senza alcun sorgente. Questa ipotesi porta ad escludere che ad esso fosse  connessa un divinità, maschile o femminile che fosse, come invece le fonti storiche chiaramente mostrano.

E’ presente anche l’opinione che il Sebeto fosse dall’altra  parte della città e che sfociasse quindi verso piazza  Municipio  e identificabile con il canalone proveniente dall’Arenella. Si parte da una testimonianza di Tito Livio  che porrebbe il Sebeto in quella zone (l’opinione è riportata anche dall’enciclopedia Wikipedia.)  In realtà però Tito  Livio scrive:

“Publilio, occupata una posizione favorevole tra Paleopoli e Napoli, aveva già privato il nemico di quella reciproca assistenza di cui i diversi popoli avversari si erano serviti” (libro VIII, 23 )

Che una tale posizione fosse quella della foce di un fiume,  che questo fosse poi  il Sebeto è una supposizione priva di qualsiasi riscontro.

Senza poi contare che Tito Livio scrive tre secoli dopo gli eventi, senza nessuna notizia topografica certa di luoghi che non conosceva.

Rimarrebbe poi il problema fondamentale che si trattava di un semplice canale

 Si è fatto allora una ipotesi ardita. L’acqua  proveniente  dalle sorgenti  di Volla scorreva nell’antichità  invece verso occidente, costeggiava tutta la città, riceveva come affluenti  i tre torrenti della Arenella, della Sanita e di Miano passava  per l’attuale via Foria scendendo quindi  nella zona di Piazza Municipio. Quindi un conformazione topografica molto diversa dall’attuale  in grado di  sostenere un fiume vero e proprio per quanto di piccola portata. Tuttavia, guardando il terreno, il percorso appare poco plausibile: occorre  ipotizzare che la conformazione del terreno sarebbe stata molto diversa dall’attuale e che  la zona costiera orientale ( dove sta il ponte della Maddalena ) fosse nell’antichità più alta di qualche metro. L’ipotesi per quanto suggestiva, però non è suffragato da alcuna prova o indizio né storico, né topografico. D’altra parte è comune opinione degli storici, suffragata dalla  semplice ricognizione dei luoghi che Napoli venne costruita su una  zolla tufacea  che aveva una difesa naturale proprio dai canaloni che abbiamo visto. Difficile ipotizzare  che l’acqua potesse risalire per via Foria, che fra la parte orientale di Napoli e il mare ci fosse un  ostacolo naturale in grado di impedire all’acqua di defluire. D’altra parte in epoca storica, nella zona interessata non sono segnalati movimenti vulcanici o tettonici o  bradisismi che potessero determinare tali cambiamenti.

Una ipotesi molto originale fu avanzato nel 600 dal Celano secondo il quale il Sebeto scorre ancora ma nel sottosuolo di Napoli: ritiene che esso scorresse all’interno delle mura e  che una violenta tempesta  nel 1342 (di cui abbiamo notizia perché descritta da Petrarca) ha sconvolto la zona della foce situata nella zona di Monterone (nei pressi della Università)  interrandola. Ma nessun fiume scorre sotto Napoli ma solo antichi acquedotti risalenti in parte all’epoca  greco romana. Che il fiume poi scorresse all’interno delle mura  non è compatibile con la morfologia del territorio e nemmeno con gli usi antichi: un fiume che entra in città  attraversando le mura le renderebbe inutili . E’ vero pero che nella zona indicata effettivamente vi era uno scolo di acqua piovana: essa è  ancora facilmente  riconoscibile nella via del Grande Archivio e fungeva da collettore di acque piovane per la città

 Allora dove stava il Sebeto: ? Credo che bisogna partire da un fatto  del tutto evidente: le colline che contornavano Napoli greco-romana non potevano dar luogo  ad un fiume ma le immediate vicinanze orientali erano e sono tuttora ricche di fonti e di acque.

Anche senza averne nessuna conferma storica o morfologica la soluzione pare allora abbastanza semplice: il Sebeto scorreva nelle immediate  vicinanze  orientali della città, scaturendo dalle  sorgenti  che si trovano nel territorio fra le colline e il monte Somma: la zona è stata interessata da molte eruzioni vulcaniche non solo quelle notissima del  79 d, C., che distrusse Pompei  Questi movimenti hanno alterato la zona  fra le colline e il Somma e quindi il fiume è sparito e il terreno diventato paludoso fino a che i canali artificiali (come quello di via Argine) non lo hanno prosciugato. Il Sebeto era un breve corso di acqua che scaturiva da una o più fonti  nella zona di Volla.  La divinità poteva essere associata alle fonti più ancora più ancora che al fiume come era uso degli antichi

Il Percorso Formativo Rubeolo

Il nostro Istituto è stato autorizzato ad attuare un percorso formativo a tempo pieno denominato Rubeolo. Rubeolo è il nome di un antico fiume della città che porta con l’acqua la vita e nasce dall’esigenza di osservare il proprio contesto, leggerlo e valorizzarlo. Partendo dalla leggenda, gli alunni si avvicinano fin dal primo anno del percorso, alla nostra città e successivamente imparano a conoscerla attraverso i fatti storici che l’hanno vista protagonista nei secoli, la poesia, la musica, le tradizioni e la lingua. Queste attività integrano il piano di studi formativo tradizionale e lo rendono particolarmente qualificato. Trovano, inoltre, continuità nel percorso Sepeithòs Eurisko attuato presso la nostra Scuola Secondaria.

Inizio attività di Rubeolo – Anno Scolastico 2006/2007

Percorso Formativo Rubeolo

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