Archive del 20 Dicembre 2018
Campo del Moricino: Auguri
Una volta, tanto tempo fa, tutti gli utensili erano animati e parlavano.
In una antica abitazione, un grosso lume a petrolio, di ottone lucido godeva di grossa considerazione tra tutti gli abitanti della casa. Quando il sole, che aveva riscaldato e illuminato il giorno, andava a riposare e la luna, con la sua luce pallida, si levava per vegliare sulla quiete della notte, il lume veniva acceso.
La luce viva della fiamma si spandeva nella stanza, illuminava la tavola, ravvivava le pareti, dava nuova vita all’orologio a pendolo che scandiva con dei gong i minuti e con una melodia le ore.
Alla luce della lampada la famiglia si riuniva per la cena e raccontava della giornata; più tardi le donne lavoravano al corredo, gli uomini discutevano di lavoro, i bambini giocavano.
A notte fonda si spegneva e con lei la casa.
Di mattina, al primo aroma del caffè, quando le tazzine tintinnavano festose al nuovo giorno, la vecchia credenza, con voce burbera, le richiamava: “Silenzio, per carità un po’ di silenzio. Non turbate il riposo del lume, ieri è stato sveglio fino a tardi”.
A questo parole anche i cucchiaini, di solito fragorosi e striduli si avviavano a ruotare silenziosamente nelle tazze sciogliendo lo zucchero senza far rumore.