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Polis Mercato
Polis Mercato II Anno

Archivi: Foto del mese

foto del mese: marzo 2018

   Cratere a figure rosse rinvenuto nella necropoli di Castel Capuano (IV secolo a. C.)

Il cratere a figure rosse, rinvenuto nella necropoli di Castel Capuano e risalente al IV secolo a.c. rappresenta la corsa con le fiaccole, che non rientrava tra le gare, ma era connessa piuttosto con i riti sacrali. Essa, poi ripresa nelle cerimonie inaugurali delle Olimpiadi moderne, prevedeva una staffetta tra diversi corridori di una stessa tribù, che si scambiavano la fiaccola col fuoco sacro, fino a raggiungere il traguardo. 

Gli oggetti rinvenuti consentono di attestare i contatti di Neapolis con Atene, in quanto esemplari omologhi sono ritrovati in Attica. 

A Napoli, considerata al tempo dei romani “la città più greca d’Occidente”, furono istituiti, i  giochi Isolimpici, o Italikà Romaia Sebastà Isolympia, presumibilmente nel 2 d.C in onore dell’imperatore Augusto, come ringraziamento per essere accorso in aiuto della città dopo un terremoto. 

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foto del mese: febbraio 2018

     Porta Medina da “Poliorama Pittoresco” Napoli 15 giugno 1839

Il Poliorama pittoresco iniziò a uscire nel 1836 dalla tipografia di Filippo Cirelli, che ne fu anche direttore, coadiuvato per le prime due annate dal pittore Salvatore Fergola. Prima rivista illustrata napoletana, conteneva, come i grandi giornali divulgativi europei dell’epoca, notizie e curiosità di ogni genere, dalla letteratura all’arte, alla geografia e alla scienza. In ogni numero era presente la biografia di un personaggio importante.

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foto del mese: gennaio 2018

Pompei@Madre

Le capuzzelle di Rebecca Horn, riportano in superficie il culto degli antenati (Lares e Penates) e la memoria dei defunti (sepulcra)

The (Really) Old and New Meet in Naples  (Realmente Antico e Moderno si incontrano a Napoli). Così scrive Jason Horowitz il 3 gennaio 2018 nella sezione Art & Design del  Risultati immagini per The New York Times a proposito del progetto espositivo Pompei @Madre in mostra dal 19.11.17 — 24.09.18 nel museo regionale campano d’arte contemporanea. Questa esposizione intende studiare le possibili, molteplici relazioni fra patrimonio archeologico e ricerca artistica, proponendo un dialogo fra straordinari ma poco conosciuti e raramente esposti materiali archeologici, tutti di provenienza pompeiana, e opere d’arte moderna e contemporanea.

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Capodanno 2018: Auguri

Parto. Non dimenticherò né la via Toledo né tutti gli altri quartieri di Napoli; ai miei occhi è, senza nessun paragone, la città più bella dell’universo.

Stendhal

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foto del mese: dicembre 2017

Giuseppe De Nittis “Alle corse di Auteuil- sulla seggiola” (part.) 1883 Olio su tela

Dal 6 dicembre 2017 all’8 aprile 2018 si può visitare a Palazzo Zevallos Stigliano di via Toledo (Napoli), la mostra “Da De Nittis a Gemito. I napoletani a Parigi negli anni dell’Impressionismo”,  curata da Luisa Martorelli e Fernando Mazzocca. Questa esposizione, che si spinge fino al secondo Ottocento, analizza il rapporto privilegiato dei pittori napoletani con Parigi e il loro significativo contributo alla rivoluzione impressionista che si andava affermando in quegli anni nella capitale francese. Il percorso espositivo, costituito da novanta opere provenienti da musei italiani e collezioni private, illustra i lavori di artisti che soggiornarono a Parigi nella seconda metà dell’Ottocento, o che le inviarono ai Salon e alle Esposizioni Universali; i napoletani sono stati più numerosi di quelli provenienti da qualsiasi altra parte d’Italia. La mostra ripercorre lo sviluppo della pittura napoletana alla luce di questo fenomeno che ha interessato i generi più amati di quel tempo, il paesaggio, le marine, la veduta urbana e soprattutto la cosiddetta “pittura della vita moderna”, di cui gli Impressionisti e Giuseppe De Nittis sono stati i maggiori interpreti. Leggi il resto di questo articolo »

Natale 2017: Auguri

Natale
Non ho voglia di tuffarmi in un gomitolo di strade
Ho tanta stanchezza sulle spalle
Lasciatemi così come una cosa posata in un angolo e dimenticata
Qui non si sente altro che il caldo buono
Sto con le quattro capriole di fumo del focolare

                                                                                                                                   Giuseppe Ungaretti Napoli 1916

In questa poesia dedicata al Natale Ungaretti racconta del suo ritorno a casa dal fronte della Prima Guerra Mondiale. E’ tornato a casa in licenza, ma è stanco e non vuole fingere di dimenticare neanche per un po’ le atrocità della guerra, tuffandosi tra la gente e nella città in festa. E’ il Natale del 1916 Ungaretti è in licenza a Napoli dove, per un po’, abbandona i pesaggi di guerra. Nel poeta pero’ non c’è voglia di festeggiare: Ungaretti invoca solitudine ed il suo stato d’animo viene trasmesso anche dall’assenza di punteggiatura del testo poetico: un discorso unico composto da segmenti brevi che trasmette nel lettore grande forza evocativa.

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foto del mese: novembre 2017

                                     Basilica dello Spirito Santo a Napoli:                                                L’Esercito di Terracotta e il Primo Imperatore della Cina

La mostra “L’Esercito di Terracotta e il Primo Imperatore della Cina“, allestita all’interno della suggestiva Basilica dello Spirito Santo nel centro storico di Napoli, costituisce uno sorprendente viaggio nell’antica Cina di 2.200 anni fa. In esposizione più di 300 manufatti: riproduzioni di oggetti scoperti nella Necropoli e appartenuti al primo imperatore Qin Shi Huang (260 a.C. – 210 a.C.). I pezzi in mostra sono stati riprodotti con particolare attenzione ai dettagli al fine di mantenere bellezza e originalità. Statue, armi, armature, carri da guerra, vasellame e utensili, che richiamano alla vita quotidiana dell’antica Cina, sono stati realizzati direttamente dagli originali grazie a calchi e rifiniti secondo il metodo antico, da artigiani cinesi della regione di Xi’An. I guerrieri, uno diverso dall’altro, ritrovati vicino alla tomba dell’imperatore, probabilmente dovevano difenderlo anche nell’aldilà. Una sorta di realtà aumentata di 2200 anni fa, intesa come arricchimento della percezione sensoriale attraverso un aumento dell’altezza delle statue, sono alte da 1,75 a 1,95 metri, troppo per raffigurare personaggi cinesi, il loro enorme numero, la dislocazione sul territorio. Una mostra, in genere, consente un contatto con l’opera originale, segna una sorta di legame tra il passato e il presente. In questo caso, grazie alla spettacolarità di queste riproduzioni  e al realismo dei magnifici decori, rafforzata da affascinanti suggestioni luminose e audiovisive, consente una riflessione su una delle grandi civiltà del passato. Leggi il resto di questo articolo »

foto del mese: ottobre 2017

             Bastiaen Stopendael: Castello del Carmine e Mura Aragonesi (1663)

Bastiaen Stopendael (1637-1726) – Dettaglio della pianta di Napoli che mostra il limite orientale della città, con il Castello e la chiesa del Carmine, le mura aragonesi lungo la via dei fossi, la Porta Capuana e il Castel Capuano e la chiesa di Santa Caterina a Formiello.

Era il 1653 quando l’olandese Bastiaen Stopendael (riportato anche come Stopendaal), incisore e disegnatore olandese, giunse a Napoli su incarico dei viceré, che governavano la città per conto di Madrid, interessati ad una riqualificazione urbana. Stopendael rappresenta su carta quella che era la più grande capitale culturale d’Europa realizzando un vero capolavoro grafico. Disegna particolari della vita quotidiana e ritrae i volumi degli edifici, delle torri e dei campanili. Descrive un quadro della città dalle straordinarie geometrie, un documento che conserva la storia stessa della città. Elaborato intorno al 1653, venne pubblicato solo dieci anni dopo, in quanto conteneva importanti elementi strategici militari del litorale che lo stesso re Filippo III volle tenere secretati. Leggi il resto di questo articolo »

foto del mese: settembre 2017

    Sepolcro di Virgilio. Stupenda gouache della seconda metà del XVIII sec. Misura cm 28 x 40.                         Raffigura la zona del Parco della Tomba di Virgilio a Napoli. Anonimo l’autore

Nato il 15 ottobre del 70 a.C. vicino a Mantova, precisamente nel villaggio di Andes, Virgilio portò a termine la propria formazione oratoria studiando eloquenza alla scuola di Epidio, un maestro importante di quell’epoca. Lo studio dell’eloquenza doveva fare di lui un avvocato e aprirgli la via per la conquista delle varie cariche politiche. L’oratoria non era congeniale alla natura di Virgilio, uomo riservato e timido, e dunque quantomai inadatto a parlare in pubblico. Nella sua prima causa come avvocato non riuscì nemmeno a parlare. Per questo motivo Virgilio entrò in una crisi esistenziale che lo portò, non ancora trentenne, a spostarsi dopo il 42 a.C. a Napoli, per recarsi alla scuola dei filosofi Filodemo e Sirone per apprendere i precetti di Epicuro.

« Mantua me genuit, Calabri rapuere, tenet nunc  Parthenope; cecini pascua rura duces

« Mi ha generato Mantova, il Salento mi rapì la vita, ora Napoli mi conserva; cantai pascoli [le Bucoliche], campagne [le Georgiche], comandanti [l’Eneide]»

Questa celebre iscrizione funebre, posta sulla tomba di Publio Virgilio Marone,  si trova alle spalle della chiesa di Santa Maria di Piedigrotta in un parco sulle pendici orientali del promontorio di Posillipo. Secondo una leggenda questa frase sarebbe stata dettata dallo stesso Virgilio in punto di morte. 

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Per la serie … Vedere senza Guardare … Agosto alla Bayard

         La facciata della Bayard: stazione della prima strada ferrata d’Italia (1839)

Le parole vedere e guardare hanno sfumature di senso diverse. Lo stesso termine “vedere”, che in prima istanza significa “percepire stimoli esterni attraverso l’organo della vista” vuole anche dire “rendersi conto, prendere coscienza” e perfino “rendersi responsabili”. Spesso guardiamo senza vedere perché non conosciamo. E’ il caso dei ruderi di corso Garibaldi dove sorgeva la stazione della prima ferrovia d’Italia. Questo mese di agosto il nostro Istituto lo vuole dedicare alla memoria dei luoghi attraverso la ricostruzione virtuale della stazione Bayard.

“Ad un segnale datosi dall’alto di quella Tenda Reale partì dalla stazione di Napoli il primo convoglio composto di vetture sulle quali ordinatamente andavano 48 invitati, 60 ufficiali dell’Armata di S.M., 30 soldati di fanteria, 30 di artiglieria e 60 marinai dei nostri Reali Legni. Chiudeva il convoglio nell’ultima vettura la musica banda della Guardia Reale. Giunto esso al Granatello tosto ne tornò alla stazione ond’erasi mosso. Dopo questo primo viaggio (prova) fu preparato un altare per la solenne benedizione, e a ciò vi adempì Monsignor Giusti, Vicario di Napoli. Una salva di artiglieria annunziò al pubblico l’adempimento di quell’atto religioso. Immediatamente le vetture del primo convoglio con l’aggiunta della Vettura Reale partirono da Porta Nolana e si fermarono sotto al Ponte di Carrione, dove S. M. con la Reale Famiglia prese posto nella Real Vettura e tutti i prelodati personaggi che facevano corteggio si collocarono nelle altre.

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